La morte di Tiziana Cantone, la ragazza diventata suo malgrado famosa per il video piccante virale, è giunta come un colpo nello stomaco. Molti avevano dimenticato quella vicenda, ma non lei, finita ormai per sempre nel tritacarne dei social network e del web dove cancellare le proprie tracce è semplicemente impossibile. Ci ha provato a rendersi invisibile, ma senza riuscirci, ovunque andasse sentiva gli sguardi su di lei. Tiziana è l’ennesima vittima del cyberbullismo, un fenomeno che sta dilagando con il diffondersi della tecnologia, che a volte non è progresso ma è regresso, soprattutto mentale. Tiziana ha fatto di tutto per uscire da quest’incubo, come cambiare città e cambiare nome, ma ha scelto la via più tragica per venire fuori da un tunnel senza uscita. Non vogliamo però entrare nel merito della storia di Tiziana, che ha messo fine al suo calvario anche se nel modo più atroce possibile. Inutile entrare nei particolari morbosi di una vicenda così torbida, ora per rispetto della dignità umana è meglio che cali il silenzio su una morte assurda di una ragazza che a 31 anni ha deciso di farla finita. Bisogna piuttosto affrontare una volta per tutte il cyberbullismo, un cancro che sta dilagando sempre di più tra giovani ed adolescenti. Spesso le persone non si rendono conto di come un gesto, una parola, un commento sui social possa rovinare la vita di una persona. Eppure basterebbe così poco, basterebbe un pizzico di empatia, di umanità, di sensibilità per trattare le persone come esseri umani, e non come fenomeni del web o giocattoli da deridere.
Colpa della società sempre più impazzita e tecno-dipendente? Forse. Colpa delle famiglie? Forse. Colpa dei ragazzi del nuovo millennio, un po’ troppo viziati, superficiali e arroganti? Forse. Forse è un po’ tutto questo che ha catapultato Tiziana e tanti altri ragazzi in un’oscurità senza fine, un’oscurità che senza neanche accorgercene potrebbe toccare anche a noi un giorno. Si calcola che il 20% dei ragazzi è colpito da bullismo, ed il 6,5% da cyberbullismo. Per difendersi è opportuno innanzitutto tutelare la propria privacy in rete e non solo, evitando di esporsi ad attacchi mediatici o ricatti. Inoltre è opportuno ricordare che pubblicare video piccanti di ex è un reato, anche se la lotta per combattere e sradicare il cyberbullismo più che nei tribunali deve essere condotta nella società e nella mente umana, purtroppo un abisso senza fondo dove è quasi impossibile arrivare.
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