Miguel Nicolelis e il suo gruppo di ricerca della Duke University a Durham, nel North Carolina, sono riusciti a migliorare notevolemente le condizoni di vita di 8 pazienti paraplegici. I pazienti in particolare sono riusciti a recuperare alcune sensazioni e il controllo degli arti inferiori. I ricercatori hanno utilizzato un protocollo di addestramento all’uso di un’interfaccia neurale rivolto a 8 sogetti paraplegici a cui è stato diagnosticato un danno spinale cronico. I ricercatori grazie alla messa punto di un’interfaccia cervello-macchina hanno migliorato nei pazienti la capacità di controllo dei muscoli e la sensibilità a livello delle gambe. Grazie alla realtà virtuale ogni singolo paziente ha simulato di poter controllare le gambe nonostante la paralisi. In tal modo queste interfacce consentendo una comunicazione diretta tra cervello e dei pc hanno permesso ai pazienti non solo un recupero parziale della capacità di muovere le gambe ma anche di controllare vescica e intestino e quindi di ridurre il ricorso a lassativi e cateteri, il che ha diminuito il rischio di infezioni molto frequenti nei casi di paralisi croniche. Il caso più significativo ha riguardato una donna di 32 ann paralizzata da 13 che poco dopo l’inizio dell’addestramento con l’utilizzo di un tutore ha potuta rialzarsi in piedi ed alla fine della sperimentazione è riuscita a camminare con un deambulatore, un tutore e l’aiuto del terapista.
Così hanno commentato gli autori di questo studio che è stato pubblicato su Scientific Report: “Questi nervi possono rimanere silenti per molti anni, poiché non c’è alcun segnale che si trasmette dalla corteccia ai muscoli. Nel tempo, l’addestramento potrebbe aver riattivato questi nervi: potrebbe trattarsi anche solo di un limitato numero di fibre nervose, ma sufficiente a portare il segnale dalla corteccia motoria al midollo spinale”.