Si può sopravvivere a un infarto, tuttavia è necessario valutare di quanto venga ridotta la funzionalità cardiaca a seguito di questo evento. Il tessuto danneggiato a causa della mancata irrorazione sanguigna tende a cicatrizzarsi e ciò determina una diminuzione del volume cardiaco ed anche in alcuni casi una alterazione della funzionalità cardiaca. In particolare stando a una ricerca condotta dalla American Heart Association seguire una dieta ricca di alimenti quali il pesce, che contiene grassi omega 3, aiuta a recuperare una migliore contrattilità e quindi funzionalità del muscolo cardiaco. I ricercatori hanno messo a confronto i pazienti che prendevano un placebo con un gruppo di cardiopatici che assumevano una dose giornaliera di 4 grammi di acidi grassi omega-3. Kwong uno degli autori della ricerca che è stata pubblicata sulla rivista Circulation, così si è espresso: “Il danno iniziale di un attacco cardiaco riguarda una parte del muscolo, che muore, e il resto del cuore deve fare un lavoro extra. La funzionalità della pompa cardiaca è debole e si sviluppano cicatrici a livello dei tessuti. Nel corso del tempo questi due processi possono portare a insufficienza cardiaca, un rischio comune anche se la sopravvivenza all’infarto è aumentata grazie al miglioramento delle terapie.
Sulla base dei risultati di questo studio, però, sembra logico che i pazienti che assumono integratori a base di omega-3 avranno un rischio inferiore di insufficienza cardiaca rispetto a quelli del gruppo di controllo, anche se lo studio non ha valutato questo aspetto nello specifico”.