Negli ultimi decenni sono stati compiuti molti passi in avanti nella lotta ai tumori. Oggi giorno si assiste a un aumento delle patologie tumorali a causa soprattutto dei fattori ambientali, ad esempio si tende a seguire uno stile di vita non proprio salutare in campo alimentare. Tuttavia l’ultima frontiera nella lotta ai tumori è rappresentata dalla immuno-oncologia che consiste nel rafforzare il sistema immunitario dei pazienti oncologici somministrando loro anticorpi e vaccini che possano aggredire le cellule neoplastiche. In questo senso i farmaci immunoterapici hanno mostrato i migliori risultati nel trattamento del melanoma, il più letale del tumore alla pelle. Ad esempio stando ai dati presentati al Master «Management del paziente con melanoma dalla ricerca alla terapia», che si è tenuto lo scorso 16 luglio, all’Istituto Dermopatico dell’Immacolata (Idi) di Roma e organizzato dall’Intergruppo Melanoma Italiano (Imi) è emersa una maggiore curabilità di questo tumore: la maggiore sopravvivenza di questi pazienti è cambiata grazie a due strategie: da un lato le terapie a bersaglio molecolare, utilizzate nei pazienti che presentano la mutazione del gene Braf (50% dei casi), dall’altro l’immuno-oncologia. Prima dell’arrivo di queste nuove armi, la sopravvivenza mediana in stadio metastatico era di appena 6 mesi, con un tasso di mortalità a un anno del 75%. In particolare i progressi sono stati rappresentati dall’utilizzo di un nuovo farmaco: il Nivolumab grazie al cui impiego il 70,7% dei pazienti colpiti da melanoma sopravvive oltre il limite dell’anno dalla diagnosi. A due anni sopravvive il 57,7% dei pazienti. Prima di questa nuova terapia una diagnosi di melanoma uccideva in circa 6 mesi e il 75% dei pazienti moriva nell’arco di un anno. Lo stesso farmaco ha dato risultati molto interessanti anche nella cura al tumore al polmone derivante dal fumo di sigaretta: il farmaco immunoterapico ha portato a un tasso di sopravvivenza a un anno del 42 per cento e una riduzione del rischio di morte del 41 per cento rispetto alla terapia standard.
Insomma la via appare tracciata. Con questa nuova terapia non si ottiene la guarigione dal tumore ma combinando assieme tutte le terapie oggi a disposizione si riesce a tenerlo sotto controllo nel lungo periodo.