La crescita dei batteri multi-resistenti agli antibiotici impone alla scienza medica di ricercare farmaci capaci di debellare lo sviluppo di questi ceppi batterici che potrebbero diffondere infezioni non più curabili. D’altronde si tratta di una scelta necessitata per evitare che gli antibiotici, a causa dell’uso irrazionale e scriteriato che spesso se ne è fatto, diventino del tutto inefficaci. I ricercatori dell’Università di Tubinga hanno fatto una scoperta molto interessante che potrebbe essere utile per sconfiggere i batteri super resistenti. In pratica i ricercatori hanno scoperto che nel nostro naso esiste un batterio noto come Staphylococcus lugdunensis che è in grado di inibire la proliferazione dello Staphylococcus aureus anche nella sua forma resistente alla meticillina. Insomma anche i batteri sono in grado di eliminare altri batteri. I ricercatori hanno scoperto che nei tamponi nasali eseguiti su 187 pazienti ricoverati in ospedale in chi era portatore del batterio S. lugdunensis la colonizzazione da Staphylococcus aureus risultava solo del 5,9%, mentre risultava pari al 34,7% negli altri casi. Insomma questa ricerca pubblicata su Nature potrebbe aprire nuove prospettive nella ricerca degli antibiotici che potrebbero essere ricercati all’interno dello stesso corpo umano.
In particolare stando all’ultimo rapporto dell’Autorità europea per la sicurezza alimentare (Efsa) e del Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc) che in particolare ha preso in esame la resistenza agli antimicrobici in batteri zoonotici ovvero trasmessi da animali ad esseri umani, animali e alimenti, emerge come sia proprio l’Italia il Paese europeo che ha fatto registrare le maggiori percentuali di resistenza dei batteri verso quasi tutti gli antibiotici.