Nell’autunno lel 2014 si è diffusa sui social una campagna piuttosto originale che raccoglieva fondi da dare alla ricerca contro la Sla (sclerosi laterale amiotrofica). Parliamo dell’”Ice Bucket Challenge” ovvero delle secchiate gelate in testa da parte dei vip. La raccolta fondi a distanza di soli due anni ha cominciato a dare i suoi frutti: l’Università del Massachussets e dell’University Medical Center di Utrecht ha isolato un gene, il NEK1 che contribuisce alla progressione della malattia. D’alltronde in questo modo scherzoso sono stati raccolti tantissimi fondi: Ice Bucket Challenge ha raccolto oltre 115 milioni di dollari (circa 103 milioni di euro) solo per la ALS Association. Tali fondi hanno consentito quindi un avanzamento nella comprensione dei meccanismi che determinano la Sla, che non deriva da fattori ambientali ma da precisi fattori genetici. Grazie ai soldi ottenuti con l’Ice Bucket Challenge è stato possibile quindi finazniare molti progetti di ricerca nel mondo per combattere questa malattia. In Italia in particolare nello scorso settembre è terminata la prima fase della sperimetazione che ha coinvolto 18 pazienti affetti da sclerosi Laterale Amiotrofica.
La sperimentazione è stata condotta da Angelo Vescovi, biologo e farmacologo italiano, direttore scientifico della Casa Sollievo della sofferenza