E’ tornato in libertà il primario del reparto di neurochirurgia dell’ospedale Ruggi. Luciano Brigante era in regime di detenzione domiciliare dallo scorso aprile. Il professionista, originario di Avellino, era finito nella lente di ingrandimento della Procura di Salerno nell’ambito di una maxi inchiesta sulle liste d’attesa. In buona sostanza il primario ed altre due persone si facevano pagare per permettere ai pazienti di scavalcare la lista d’attesa ed essere operati in tempi brevi. I legali di Brigante (Alberico Villani e Paolo Carbone) hanno presentato istanza di scarcerazione evidenziando le motivazione secondo le quali non sussistevano più le esigenze di natura cautelare. Il Gip del Tribunale di Salerno, Elisabetta Boccassini, nonostante il parere sfavorevole del pubblico ministero, ha ritenuto fondata l’istanza degli avvocati del professionista avellinese. Nell’ordinanza il Gip evidenzia come la decisione dei Tribunale del Riesame di Firenze abbia ridimensionato il quadro cautelare dell’indagato. Inoltre viene sottolineata la possibilità di riqualificare il reato di concussione ad altra ipotesi di reato meno grave. Il Gip ha rimarcato l’apprezzabile comportamento processuale di Brigante.
Il giudice per le indagini preliminari precisa che il regime di detenzione domiciliare ha già creato sofferenza all’indagato che ha già manifestato l’intenzione di agire con migliori e diversi propositi in futuro. Il Gip, ritenuto che non vi sono gli estremi per la reiterazione del reato, ha disposto la scarcerazione di Luciano Brigante che è così tornato in libertà.