Stando a un rapporto scientifico publicato da Greenpeace, l’Artico sta subendo un processo di riscaldamento che è due volte più veloce che in qualsiasi altra parte del mondo. Il titolo di questo rapporto di Greeepaeace è molto emblematico: What happens in the Arctic doesn’t stay in the Arctic”, ciò che accade nell’Artico non resta confinato nell’Artico. L’alterazione di questo ecosistema molto delicato può quindi avere ripercussione sul clima dell’intero pianeta. in pratica la perdita di consistenza dei ghiacciai e quindi il loro sciolglimento in buona sostanza va ad aumentare la temperatura dell’inteor mar mediterraneo portando altresì alla formazione di altri fenomeni correlati. Stando poi al rapporto del National Snow and Ice Data Centre (NSIDC), gli scienziati hanno osservato uno scioglimento anticipato dei ghiacci del mar di Barents e l’arrivo sull’Artico di correnti di aria calda provenienti da Siberia e Europa settentrionale. Così si legge nel rapporto: “Per trovare i precedenti record negativi non bisogna guardare troppo indietro: i tre peggiori risultati erano a gennaio, febbraio e aprile di quest’anno. Ad oggi l’estensione media dei ghiacci si attesta sui 12 mln di kmq, ben 1,39 mln in meno rispetto alla media registrata fra il 1981 e il 2010. Il processo è tutt’altro che in fase di arresto”.
Inoltre da quando nel 1970 sono iniziate le rilevazioni satellitari si è assistito a una diminuzione della superficie della calotta polare nell’ordine del 2,6% ogni 10 anni. in particolare alla luce dei dati, questa estate potrebbe rivelarsi la peggiore in asssoluto per i ghiacci dell’Artico.
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