Stando a una ricerca condotta dalle università di Harvard, inglesi dell’Imperial College e del King’s College di Londra e di Oxford la crisi economica ha prodotto anche un forte impatto per quanto riguarda la riduzione della spesa pubblica destinata alla sanità con tutte le conseguenze che si possono immaginare. Sulla scorta dei dati della Banca mondiale e dell’Organizzazione mondiale della sanità, i ricercatori hanno preso in esame il rapporto tra disoccupazione, spesa sanitaria e mortalità per cancro in oltre 70 Paesi, per un totale di oltre 2 miliardi di persone. Lo studio ha compulsato i dati di più di 20 anni, dal 1990 al 2010. In particolare ha preso in esame i tassi di mortalità attesi per alcuni tumori, nello specifico sulla base del trend precedente al 2008. Dall’analisi è risultato che la crisi ha prodotto un aumento per quanto riguarda il tasso di mortalità per patologie oncologiche: in particolare tra il 2008 e il 2010 la crisi è costata oltre 260mila decessi in più causa cancro nei paesi dell’OCSE e 170mila nella sola Unione Europea. Dallo studio è emerso anche che un aumento dell’1% della dipsoccuapzione ha portato a 0,37 di morti in più per tutti i tumori ogni 100.000 persone. Mentre per quanto riguarda la spesa pubblica ogni decremento dell’1% ripsetto al Pil ha determinato 0,0053 morti in più per tumore ogni 100mila persone.
Insomma inevitabilmente i tagli alal spesa pubblica in materia sanitaria sbarrano l’accesso alle cure da parte dei meno abbienti, per cui aumenta il tasso di mortalità per patologie, ad esempio quelle oncologiche, che necessitano di cure tempestive.
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