L’Aids non fa più paura come negli 80′ quando esplose il contagio di questa malattia sconosciuta prima in America e poi in Europa. Negli anni i ricercatori sonoo riusciti a mettere a punto farmaci in grado di rallentare notevolmente la progressione dell’infezione virale. Tuttavia ai risultati in campo terapeutico non ne corrispondono altrettanti sul piano della prevenzione e dell’informazione. E’ quanto emerge dai dati diffusi dal Bollettino del Centro Operativo AIDS dell’Istituto Superiore di Sanità, a meno di un mese dall’Icar (Italian Conference of AIDS and Antiviral Research) che si terrà dal 6 all’8 giugno prossimi. Stando agli ultimi dati risulta che ogni anno si registrano in media nuovi quattromila casi che riguardano soprattutto giovani con un’età compresa tra i 25 e i 29 anni. Nel 60 per cento dei casi la patologia si manifesterà in fase tardiva quando le terapie risulteranno poco efficaci a causa della diffusione dell’infezione. Per quanto riguarda le Regioni italiane più colpite al primo posto troviamo la Lombardia con circa 20mila casi accertati, cui fanno seguito Emilia-Romagna, Lazio e Liguria. Il punto dolente risguarda però prorio gli aspetti informativi in quanto le terapie oggi a disposizione sono in grado di curare ma ancora di guarire da questa malattia. E’ quanto emerge anche dai dati del Centro Operativo AIDS (COA) dell’Istituto Superiore di Sanita’ che pubblica annualmente un fascicolo del Notiziario dell’ISS dedicato all’aggiornamento dei due flussi di sorveglianzaNon a caso La fascia di eta’ maggiormente colpita riguarda i giovani persone di 25-29 anni (15,6 nuovi casi ogni 100.000 residenti).
La maggior parte delle nuove diagnosi di infezione da HIV e’ attribuibile a rapporti senza preservativo, che rappresentanol’84,1% di tutte le segnalazioni (maschi che hanno rapporti con maschi: 40,9%; eterosessuali maschi: 26,3%; eterosessuali femmine 16,9%). Il 27,1% delle persone diagnosticate come HIV positive e’ di nazionalita’ straniera.
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