Stando a uno studio condotto dall’Università La Sapienza di Roma per diagnosticare la malattia di Parkinson presto sarà sufficiente prelevare un campione di saliva. La ricerca che è stata guidata dal neurologo Alfredo Berardelli ha evidenziato che nei pazienti malati di Parkindon diminuisce l’alfa-sinucleina, una proteina che si trova nel sistema nervoso oltre che in altri organi. Questa proteina svolge un ruolo molto importante in quanto facilita il rilascio dei neurotrasmettitori per il sistema nervoso. In tal senso aiuta la trasmissione della dopamina, che risulta carente in chi è malato di Parkinson. Attualmente le concentrazioni di tale proteina si rilevano tramite puntura lombare, che è una procedura invasiva, dolorosa e scarsamente ripetibile per il paziente.
Poterlo fare con un semplice esame della saliva rappresenterebbe senza dubbio un importante passo in avanti dal punto di vista diagnostico. Tuttavia serviranno ancora altri studi perché la saliva possa diventare un marker diagnostico efficace di questa malattia.
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