Il tumore implica una profonda alterazione delle cellule dell’organismo che a causa di alcune mutazioni genetiche cominciano a svilupparsi in maniera incontrollata disseminandosi nell’intero corpo. Tuttavia stando a uno studio condotto dai ricercatori del CEM (Center of Epigenetics and Metabolism) dell’Università della California, guidata dall’italiano Paolo Sassoni Corsi, esperto a livello mondiale dei ritmi circadiani, è stato aggiunto un tassello in più nella conoscenza di come il processo tumorale riesce a espandersi nell’organismo. Quando un tumore colpisce un determinato organo non si limita a comprometterne il funzionamento, ma va anche a riprogrammare e ad alterare le funzioni metaboliche di altri organi, del fegato ad esempio. I ricercatori nel caso dell’adeno-carcinoma hanno osservato come vada ad alterare i ritmi circadani dell’organo-bersaglio, ovvero il fegato, che quindi inizia a svolgere le sue funzioni facilitando la progressione del tumore. In tal senso così si è espresso Paolo Sassonio Corsi: “Avremo la possibilità di trattare i pazienti prendendo in considerazione le trasformazioni metaboliche imposte dal tumore, e per le quali il paziente è spesso in gravi difficoltà. E questo si potrà tradurre in nuovi trattamenti: Il nostro studio individua come il tumore ai polmoni alteri a distanza il metabolismo del fegato attraverso i ritmi circadiani, riprogrammandone il metabolismo.
Conoscendo questi meccanismi molecolari accumuleremo informazioni essenziali per i medici quando devono pianificare la chemioterapia e altri tipi di trattamenti farmacologici“. I malati di cancro difatti molto spesso muoiono a causa di complicanze sistemiche piuttosto che per il tumore in sè. Lo studio è stato pubblicato sulla rivista Cell.
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