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Dieta, merendine assolte: obesità infantile dipende da più fattori

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Obesità
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Le merendine, ovvero gi snack che tanto piacciono ai bambini, non sono da considerare un fattore determinante per quanto riguarda l’obesità infantile. Insomma va tenuto conto della dieta in senso globale, perché nessun cibo preso isolatamente può per così dire fare la differenza ma bisogna sempre considerarne la quantità e metterlo in rapporto agli altri alimenti della dieta. L’Aidepi (Associazione industrie del dolce e della pasta italiane) in particolare ha svolto una indagine che ha preso in esame l’alimentazione dei bambini tra i 3 e i 10 anni di età. Dalla ricerca in particolare emerge un dato che potrebbe apparire contradditorio: a Nord vi è un consumo maggiore di merendine (2,2 kg pro capite annui) ma un tasso minore di obesità e sovrappeso (24,7%), al Sud viceversa vi è il consumo più basso di merendine in assoluto (1,34 kg procapite annui) ma i valori relativi all’obesità e al sovrappeso sono i più alti in Italia (47,8% del campione). Ed ancora per quanto riguarda lo sport, altro fattore fondamentale per mantenersi in salute, risulta che stando ai dati Istat degli oltre 2,2 milioni di bambini tra i 6 e i 10 anni che praticano uno sport o fanno attività fisica al Nord abbiamo una percentuale pari al 54,4% fbi bambini che fa sport almeno 3 volte a settimana, contro il 41,7% del Sud. sempre più una emergenza a livello mondiale con pesanti ricadute sul welfare sanitario dei paesi interessati. Inoltre stando a una indagine condotta da Altroconsumo l’obesità infantile rappresenta un’emergenza in tutti i paesi industrializzati, tuttavia in Italia il problema assume una connotazione ancora più preoccupante. D’altronde stando a un’altra ricerca condotta dall’Università di San Francisco i bambini obesi potrebbero già migliorare di molto la loro condizione astenendosi dal consumare lo zucchero. Difatti basterebbero solo 10 giorni per avere un miglioramento netto del colesterolo, della pressione arteriosa e anche di altri parametri fondamentali per la salute.

 

Insomma quel che emerge dalla ricerca è che non è possible etichettare alimenti come buoni o cattivi in senso assoluto in quanto l’obesità è una patologia mutlifattoriale che deriva dalla squilibrio che si somma fra più fattori. Come visto infati, oltre all’alimentazione bisogna prendere in considerazione anche la pratica di un’attività fisica.

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