Gli antibiotici rappresentano sicuramente uno dei più grandi successi nella storia della medicina, in quanto hanno permesso di rivoluzionare terapia e cura di infezioni che oggi riteniamo banali, ma che fino a non tantissimi decenni fa, potevano rivelarsi fatali anche per giovani sanissimi. Questi farmaci agiscono a largo spettro andando a colpire batteri che appartengono a uno stesso genere. Ma se per questi agenti patogeni abbiamo a disposizione quest’arma formidabile degli antibiotici per l’appunto, riguardo invece alle infezioni trasmesse dai virus siamo molto più vulnerabili perché cambia proprio il meccanismo dell’infezione. Il virus per replicarsi ha bisogno di infettare una cellula, in tal modo si propaga nell’organismo determinando il processo infettivo. Soltanto negli ultimi anni, ad esmpio per il trattamento dell’Aids sono stati messi a punto farmaci anti-virali, nel caso dell’Hiv anti-retrovirali, in grado di interferire nel processo che porta alla replicazione virale. Attualmente è anche possibile eradicare completamente il virus dall’epatite C dall’organismo umano, tuttavia a parte questi successi, nei confronti della maggior parte delle infezioni virali non esiste una classe di farmaci specifica. Tuttavia qualcosa si muove sul fronte della ricerca. L’Università di Siena e l’Istituto di genetica molecolare (IGM) del Consiglio nazionale delle ricerche di Pavia hanno esplorato una nuova prospettiva per la messa a punto di farmaci contro i virus. In sostanza i ricercatori hanno spostato l’attenzione dal virus a una proteina utilizzata dall’agente virale per replicarsi. I ricercatori in particolare hanno studiato la proteina umana, la RNA elicasi DDX3, che il virus dell’HIv utilizza per replicarsi. In sostanza hanno osservato che non solo il virus dell’Hiv utilizza questa proteina per replicarsi, ma anche il virus dell’Epatite C (HCV), della febbre Dengue(DENV), e quello del Nilo Occidentale (WNV), della stessa famiglia del virus Zika. Ci vorrà ancora molto tempo per trasformare queste molecole in farmaci, tuttavia questi inibitori della proteina DDX3 possono considerarsi dei prototipi virali ad ampio spettro da cui un domani potrà essere ricavata una nuova classe di farmaci.
La ricerca che è stata diretta dal professor Maurizio Botta del dipartimento di Biotecnologie, chimica e farmacia dell’Università di Siena e dal professor Giovanni Maga dell’Istituto di Genetica Molecolare del CNR di Pavia, ha visto la pubblicazione sulla rivista americana PNAS – Proceedings of the National Academy of Sciences.
Questo sito Web utilizza i cookie in modo da poterti offrire la migliore esperienza utente possibile. Le informazioni sui cookie sono memorizzate nel tuo browser e svolgono funzioni come riconoscerti quando torni sul nostro sito Web e aiutare il nostro team a capire quali sezioni del sito Web ritieni più interessanti e utili.
Cookie strettamente necessari
I cookie strettamente necessari dovrebbero essere sempre attivati per poter salvare le tue preferenze per le impostazioni dei cookie.
Se disabiliti questo cookie, non saremo in grado di salvare le tue preferenze. Ciò significa che ogni volta che visiti questo sito web dovrai abilitare o disabilitare nuovamente i cookie.
Cookie di terze parti
Questo sito utilizza Google Analytics per raccogliere informazioni anonime come il numero di visitatori del sito e le pagine più popolari e Google Adsense per monitorare il comportamento dell'utente in relazione ai banner pubblicitari.