Lunedì all’insolito orario delle 15:00 si giocherà all’Olimpico Roma-Napoli, vero e proprio crocevia per la corsa al secondo posto, che significa accesso diretto ai gironi di Champions League. Da diversi anni questa è una partita di massima allerta per le forze dell’ordine, l’odio tra le due tifoserie è ai massimi livelli, culminato con l’uccisione del tifoso napoletano Ciro Esposito in seguito all’agguato di romanisti in quell’ormai tragico 3 maggio, nel corso della finale di coppa Italia Napoli-Fiorentina. Eppure un tempo Roma-Napoli era soprannominato il derby del Sole, una sfida tra due squadre che si rispettavano e le cui tifoserie avevano addirittura stretto un bellissimo gemellaggio. All’inizio degli anni ’80 i partenopei tifavano per la Roma nella corsa scudetto contro lo strapotere del Nord. Al San Paolo si sentiva inneggiare “Roma, Roma”, e all’Olimpico i supporters giallorossi intonavano “Napoli, Napoli”. In effetti napoletani e romani sono popoli con una identità geografica e culturale non così distante. Il Regno delle due Sicilie dei Borbone ed il Vaticano erano alleati perché cattolici, anche per questo motivo divennero il bersaglio del laico ed anticattolico Piemonte dei Savoia. Eppure qualcosa improvvisamente si ruppe. Molti additano in Salvatore Bagni l’artefice della rottura del gemellaggio in seguito al “gesto dell’ombrello” in un Roma-Napoli nella stagione ’87-88. Ma fu solo un corollario in seguito ad un gemellaggio ormai sfilacciato e giunto al capolinea. Con l’arrivo di Maradona il Napoli cominciò ad essere una realtà fastidiosa, che iniziava a vincere scudetti ed era quindi non più alleato ma rivale della Roma. Nell’85 il Napoli ingaggiò poi Bruno Giordano, cuore laziale ed odiatissimo dai romanisti. Nell’ottobre dell’86 in una Roma-Napoli dalla curva Sud si levarono cori contro Giordano, ed i napoletani intonarono cori contro Bruno Conti. Nulla di particolare, ma era il segno evidente che quell’amicizia così solida si stava sgretolando.
Nell’ottobre dell’87 il gemellaggio fu interrotto definitivamente. Lo scenario era l’Olimpico, e come da consueto si stava organizzando il solito scambio di vessilli tra le tifoserie. Il tifoso romano, giunto sotto la curva dei partenopei, fu accolto con giubilo tra applausi e cori festanti. Quando il tifoso partenopeo giunse sotto la curva giallorossa, fu accolto da improperi, insulti e bottigliette. La partita fu molto accesa, la Roma si portò avanti con Pruzzo con conseguenti cori antinapoletani. Il Napoli, in 9 per le espulsioni di Renica e Careca, riuscì miracolosamente a pareggiare con Francini. A fine partita, con la tensione alle stelle e l’adrenalina a mille, Bagni uscendo fece il “gesto dell’ombrello” alla curva giallorossa. Il guerriero azzurro si scusò pubblicamente, ma non fu lui il pomo della discordia, bensì Bruno Giordano suo malgrado. Oggi anche Roma, un tempo amica ed alleata di Napoli, si è unita al becero codazzo di cori razzisti che piovono giù ogni domenica dagli stadi d’Italia. Intanto lunedì le due squadre si giocano la Champions, con la speranza abbastanza remota che possa ritornare un giorno il derby del Sole.
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