Siamo veramente sicuri di quel che mangiamo ogni giorno? Stando a una vera e propria blacklist presentata dalla Coldiretti sulla scorta delle analisi condotte dall’Agenzia europea per la sicurezza alimentare (Efsa) nel Rapporto 2015 sui Residui dei Fitosanitari in Europa, emerge un quadro piuttosto sconfortante. Tale rapporto è stato persentato al Palabarbuto di Napoli, in occasione di una mobilitazione che ha visto protagonisti migliaia di agricoltori italiani che hanno manifestato a difesa della dieta mediterranea. La Coldiretti ha sottolineato che l’agricoltura italiana è la più green d’Europa con 281 prodotti a denominazione di origine controllata (Dop/Igp), per il divieto all’utilizzo degli ogm e il maggior numero di aziende biologiche. Inoltre è anche al vertice della sicurezza alimentare mondiale con il minor numero di prodotti agroalimentari con residui chimici irregolari (0,4%), quota inferiore di quasi 4 volte rispetto alla media europea (1,4%) e di quasi 20 volte quella dei prodotti extracomunitari (7,5%). Ma torniamo alla lista nera della Coldiretti per quanto riguarda i campioni risultati irregolari (il 92%) per la presenza di residui chimici: in particolare il prodotto alimentare più contaminato è rappresentato dai broccoli della Cina, ma vi rientra anche il basilico dall’India, il peperoncino della Thailandia e i piselli del Kenia contaminati in un caso su dieci (10%). Fuori norma nel 14% dei casi risultano anche i meloni e i cocomeri importati dalla Repubblica Dominicana ed ancora risulta irregolare il 15% della menta del Marocco, un altro Paese a cui sono state concesse agevolazioni dall’Unione Europea per l’esportazione di arance, clementine, fragole, cetrioli, zucchine, aglio, olio di oliva e pomodori da mensa che hanno messo in ginocchio le produzioni nazionali. Non stupisce che in pole position di questa classifica poco virtuosa si trovi la Cina in quanto il colosso asiatico ricorda sempre la Coldiretti, già nel 2015 ha conquistato il primato nel numero di notifiche per prodotti alimentari irregolari a cominciare dal pomodoro da mensa. A fronte di questa situazione il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo ha sottolineato: “Non c’è più tempo da perdere e occorre rendere finalmente pubblici i flussi commerciali delle materie prime provenienti dall’estero per far conoscere anche ai consumatori i nomi delle aziende che usano ingredienti stranieri“.
Ed ancora: “bisogna liberare le imprese italiane dalla concorrenza sleale delle produzioni straniere realizzate in condizioni di dumping sociale, ambientale con rischi concreti per la sicurezza alimentare dei cittadini“.
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