Piero Pelù nel corso del concerto del Primo Maggio a Roma, ha lanciato una durissima accusa dal palco di piazza San Giovanni contro Matteo Renzi: “Il non eletto, ovvero il boy scout di Licio Gelli, deve capire che in Italia c’è una grande guerra interna, e si chiama disoccupazione, corruzione, voto di scambio, mafia, camorra, ‘ndrangheta. Il nemico è dentro di noi, forse siamo noi stessi. Gli unici cannoni che ammetto sono quelli che dovrebbe fumarsi Giovanardi”.
Ma l’atto di accusa contro Renzi non finisce qui. Definisce un’elemosina gli 80 euro in più garantiti nella busta paga degli italiani, chiedendo piuttosto lavoro per i giovani. Le ruggini tra i due risalgono a molto anni addietro, al 2007, quando Renzi tolse a Pelù l’incarico di direttore artistico dell’Estate Fiorentina.
Pelù non ha dimenticato di lanciare qualche stoccata anche a Berlusconi: “Che pena i servizi sociali”. Le sue parole sono state riprese da Grillo sul suo blog, ed il cantante fiorentino non se ne pente: “Pagherò le conseguenze ma non me ne frega nulla. Qualcuno deve dirle queste cose ai ragazzi”. Poi chiude con ironia: “Non ero io a parlare, era il ribelle dentro di me”.