Lo sconvolgimento climatico in atto sul nostro Pianeta sta producendo delle conseguenze che siamo ancora ben lungi dal comprendere a pieno. In particolare l’ultimo allarme degli scienziati riguarda la barriera corallina. I ricercatori della James Cook University hanno evidenziato uno sbiancamento riguardante ben il 93% delle colonie. Tutto questo si deve all’aumento delle temperature prodotte dall’inquinamento. Tale aumento produce infatti l’espulsione delle alghe che vivono in simbiosi con i coralli dando loro il necessario nutrimento. Con l’arrivo del ciclone “Winson” che dovrebbe abbassare la temperature si potrebbe porre un argine a questa situazione, tuttavia i danni prodotti alle colonie dei coralli sono notevoli. in tal senso così si è espresso il biologo Terry Hughes che ha guidato la ricerca: “E’ il più grave che abbiamo mai documentato, peggiore perfino del primo evento nel 1998 e del secondo nel 2002.La metà settentrionale della Grande barriera risulta gravemente danneggiata, dalla Nuova Guinea verso Sud per circa mille chilometri”. È come se 10 cicloni l’avessero colpita simultaneamente“. Il biologo ha anche sottolineato che la causa di tutto ciò è da imputarsi al riscaldamento globale e che per fronteggiare questi mutamenti del clima di origine antropica l’unica soluzione è di ridure le emissioni di Co2. Così’ ha commentao i risultati di questa ricerca Giorgia Monti, responsabile campagna Mare di Greenpeace Italia. “Abbiamo bisogno al più presto di politiche globali che tutelino le aree più vulnerabili dei nostri mari e contribuiscano con rapidità e incisività alla transizione verso un modello di sviluppo sostenibile, basato su energie rinnovabili”.
Insomma la ricetta è la solita: sostituire i combustibili fossili quali petrolio, carbone e gas, con energie ecocompatibili e rinnovabili.
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