Una studentessa della
scuola media di un comune in provincia di
Genova ha ricevuto un 4 in pagella accompagnata da una nota di demerito da parte del suo
insegnante di musica. La notizia è stata riportata dal
Secolo XIX. “
Pof, ho sentito dire che Lucio Battsiti era fascista“. Il docente con questa spiegazione ha accompagnato la nota sul registro: “
Interviene fuori luogo, in modo ineducato e provocatorio. Accosta cronologicamente il fascismo ai cantautori degli anni 60/70. Ride“. Tuttavia il padre della ragazzina al Secolo XiX così ha commentato la decisione da parte dell’insegnante: “
Sono rimasto sconcertato non tanto per il voto, mia figlia ha tutti 9 e 10, quanto per il metodo. Un’adolescente pone una questione, dà un’opinione, e invece di creare dibattito le si dice di stare zitta?“. In effetti negli anni a proposito del cantante sono sorte molte dicerie perché la sua vita schiva e discreta da sempre ha fatto lavorare la fantasia dei pettegoli che qualcosa dovevano pur inventarsi su uno degli artisti più conosciuti e ammirati del panorama musicale italiano. Giulio Rapetti, in arte
Mogol, che con Battisti ha avviato uno dei più fortunati sodalizi della storia musicale italiana, ha sempre affermato che il cantane non si interessava alla politica e dunque delle frasi contenute in alcune sue canzoni, ad esempio “La collina dei ciliegi” o “La canzone del sole” non andavano interpretate come richiami al fascismo.
D’altronde un testo si sa che è soggetto per definizione a tutte le interpretazioni possibili da parte di chi lo legge, interpretazioni che raramente coincidono con quelle dell’autore.