La Parmalat ha deciso di non rinnovare il contratto con i produttori della cooperativa Val Polcevera. L’azienda lattiero-casearia di proprietà della francese Lactalis dal 2011 avrebbe infatti deciso di rifornirsi nell’Est Europa e in Cina. La decisione ha messo sul piede di guerra gli allevatori locali, che in queste ore hanno cominciato a buttare via il loro latte determinando ingenti danni economici. Sono circa 60 quintali di latte che ogni giorno gli allevatori stanno disperdendo sui prati. Per far fronte a questa situazione, nella giornata di domani l’assessore all’Agricoltura della Regione Liguria, Stefano Mai, ha convocato un incontro urgente. Sui social intanto si è sviluppata una vera e propria campagna contro la decisione presa da Lactalis con il boicottaggio dei prodotti Parmalat in difesa del made in Italy. Così ha risposto la Parmalat con una nota pubblicata sulla propria pagina Facebok: “Giusta la spinta a boicottare i prodotti, ma oltre alla pressione sulle imprese affinché non ragionino solo con logiche di massimizzazione del profitto, il tema centrale resta quello della responsabilità del consumatore di fronte allo scaffale del supermercato”.
Insomma se la situazione non dovesse cambiare bisognerà fare i conti con pesanti ricadute in termini economici.
Questo sito Web utilizza i cookie in modo da poterti offrire la migliore esperienza utente possibile. Le informazioni sui cookie sono memorizzate nel tuo browser e svolgono funzioni come riconoscerti quando torni sul nostro sito Web e aiutare il nostro team a capire quali sezioni del sito Web ritieni più interessanti e utili.
Cookie strettamente necessari
I cookie strettamente necessari dovrebbero essere sempre attivati per poter salvare le tue preferenze per le impostazioni dei cookie.
Se disabiliti questo cookie, non saremo in grado di salvare le tue preferenze. Ciò significa che ogni volta che visiti questo sito web dovrai abilitare o disabilitare nuovamente i cookie.
Cookie di terze parti
Questo sito utilizza Google Analytics per raccogliere informazioni anonime come il numero di visitatori del sito e le pagine più popolari e Google Adsense per monitorare il comportamento dell'utente in relazione ai banner pubblicitari.