I ricercatori dell’Università di Guangzhou, sono riusciti a manipolare gli embrioni umani rendendoli resistenti al virus dell’Hiv. Per questo esperimento sono stati utilizzati 231 embrioni provenienti da trattamenti per la fecondazione in vitro. In ogni caso non adatti ad essere impiantati nell’utero materno in quanto contenevano una coppia di cromosomi in più: a distanza di tre giorni dai test sono andati distrutti. L’esperimento condotto con questa tecnica di ingengeria genetica denominata Crispr (Clustered Regularly Interspaced Short Palindromic Repeats) è riuscita solo in 4 casi su 26. La tecnica consiste nell’introdurre negli embrioni un gene che rende un campione limitato di persone naturalmente immuni dal virus dall’Hiv .Ciò è possibile in quanto questo gene CCR5 va ad alterare l’espressione di una proteina che impedisce al virus di infettare le cellule. Tuttavia gli stessi autori della ricerca sono decisamente cauti circa la possibilità di creare embrioni umani resistenti all’Hiv: “Siamo contro l’applicazione di tecniche di editing genomico sulla linea germinale fino quando discussioni e valutazioni rigorose ed estese non saranno state affrontate da esperti di ricerca ed etica globali”. Insomma la tecnica al di là della sua efficacia, ancora tutta da dimostrare, solleva anche importanti quesiti etici, di cui non si può non tenere conto.
In tema di prevenzione dell’Aids recentemente sono stati presentati due studi pubblicati sul New England Journal of Medicine, che riguardano la messa a punto di un anello vaginale in silicone per proteggere le donne nell’Africa subsahariana dall’hiv
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