La dislessia è un disturbo dell’apprendimento che riguarda la capacità di leggere, scrivere e calcolare in modo corretto. Tale disturbo si manifesta generalmente con l’inizio della scolarizzazione. La dislessia è causata da diverse modalità di funzionamento delle reti neuronali coinvolte nei processi di lettura, scrittura e calcolo, tuttavia alla base non vi è alcun deficit intellettivo nè tantomeno problemi psicologici o ambientali. Talora può capitare che questi ragazzi vengano ritenuti svogliati perché dimostrano di avere una intelligenza vivace. Tuttavia dal fronte della ricerca arrivano interessanti novità: i ricercatori dell‘Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma hanno sperimentato una nuova metodologia che prevede l’utlizzo della Stimolazione Transcranica a Corrente Diretta (tDCS). Ovvero consiste nel trattare con corrente a basso voltaggio i bambini e gli adolescenti dislessici. Si tratta di una tecnica che viene già utilizzata per il trattamento ad esempio della depressione. I volontari partecipanti all’esperimento sono stati divisi in due gruppi: ad uno è stato somministrato il trattamento, all’altro gruppo è stato dato invece un placebo. Dopo 6 settimane di trattamento i bambini sottoposti alla procedura attiva hanno migliorato del 60% la velocità e l’accuratezza in alcune prove di lettura, passando da 0,5 a 0,8 sillabe lette al secondo. Generalmente un bambino dislessico ottiene spontaneamente nell’arco di un intero anno 0,3 sillabe di miglioramento. Inoltre le competenze acquisite risultano stabili anche dopo un mese di trattamento. Così in particolare ha sottolineato Giacomo Stella, fondatore dell’Associazione Italiana Dislessia (AID) e professore ordinario di Psicologia Clinica all’Università di Modena e Reggi: “Alcuni dislessici presentano in alcune aree della corteccia una bassa connettività neuronale, anche a riposo, come se fosse un motore mal carburato che gira male al minimo e che non risponde quindi con la dovuta prontezza alle sollecitazioni quando c’è bisogno di accelerare (in questo caso alla richiesta di attività posta dalla lettura).
La tDCS interviene proprio su questo meccanismo inefficiente e quindi può essere molto utile al recupero. Naturalmente è importante ricordare che, come ogni terapia, non va applicata a tutti e che vanno ancora studiati bene gli effetti a distanza”.
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