Ogni anno nel mondo vengono prodotte circa 300 milioni di tonnellate di plastica che vanno ad inquinare il nostro pianeta. Di queste circa il 99% viene ottenuta dal petrolio greggio e altri combustili fossili che risultano inquinati per l’ambiente. Ed è per questo che scienziati da tutto il mondo stanno studiando delle plastiche alternative biodegradabili. Il problema di fondo è che però questo tipo di plastiche ha costi molti elevati. In questo senso arriva uno studio della Tuskegee University che è stato presentato il 15 marzo al 251esimo Meeting Nazionale annuale della American Chemical Society (ACS). I ricercatori hano impiegato il guscio d’uovo composto da carbonato di calcio, che è stato lavato, macinato e mescolato a glicole propilenico, quindi esposto a onde ultrasoniche è stato ulteriormente ridoto a dimensioni nanometriche. Le particelle così ottenute sono state mescolate con la bioplastica. In tal modo si è riusciti a ricavare un materiale biodegradibile ma anche resistente e flessibile, che può essere impiegato negli imballaggi. Insomma questo materiale biodegradabile realizzato con dei gusci d’uovo si candida a sostituire la plastica tradizionale che ancora oggi domina il mercato, comportando notevoli danni per l’ambiente come abbiamo visto.
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