Verrebbe da dire incredibile ma vero. Stando a quanto rivelato da IL Mattino, alla Reggia di Caserta vi sarebbero dodici nuclei familiari alloggiati. Ma non finisce qui. Gli alloggianti nel cuore del museo borbonico pagano un canone irrisorio, cinque euro al mese di affitto che per alcuni arriva a 15, senza alcuna spesa di acqua o di corrente elettrica. Insomma una situazione di privilegio per gli inquilini di questo condominio borbonico nella zona del boscovecchio della Reggia. Queste case sono state assegnate a ex dipendenti del Museo o ai loro eredi. La Corte dei Conti ha aperto un’inchiesta. Si tratta di un caso di “affittopoli” che va avanti già alla fine degli anni 90′. Intanto Mauro Felicori, neodirettore della Reggia, sul suo profilo Facebook ha scritto: “Tutti gli inquilini, peraltro alloggiati con contratti regolari benché ovviamente discutibili – sono stati sfrattati dalla direzione che mi ha preceduto e si accingono – se non l’hanno già fatto – a lasciare gli appartamenti secondo le procedure dello Stato di diritto“. Ma la vicenda di questi questi appartamenti di lusso nella Reggia di Caserta si lega bene e ne rappresentano un aspetto complementare se vogliamo, alla polemica che ha investito proprio lo stesso Felicori che è stato accusato dai sindacati di lavorare troppo, ovvero di rimanere in ufficio oltre l’orario canonico di lavoro. Tale permanenza protratta, a detta dei sindacati, non essendo stato comunicato e predisposto il servizio, metterebbe a rischio l’intera struttura museale.
Insomma le famiglie che abitano nel cuore della Reggia pagando un canone irrisorio e l’accusa dei sindacati a Felicori che si definisce un manager di idee, e che nel solo mese di febbraio ha visto aumentare del 70 per cento i visitatori della Reggia, raccontano bene l’impari lotta tra il pessimismo della ragione e l’ottimismo della volontà.
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