In tema di golosità calza a pennello l’aforisma di Oscar Wilde secondo cui è possibile resistere a tutto, tranne che alle tentazioni. Ed in tema di tentazioni anche se magari non sarà un cibo particolarmente raffinato, le patatine fritte in busta esercitano una voglia irresistibile che ci induce a sgranocchiarle continuamente. Ma vi siete mai chiesti perché accade ciò? A spiegarlo è un gruppo di ricercatori dell’Università di Deakin il cui studio è stato pubblicato sul Journal of Nutrition. I ricercatori hanno analizzato un campione di 48 persone sane a cui per una volta a settimana per un mese è stato proposto un piatto di pasta sempre uguale nella quantità, salvo che per le dosi di grassi e sale. In pratica dallo studio è emerso che il piacere dei commensali, insieme a un incremento della fame, aumentasse all’aggiunta di sale, spingendoli a mangiare di più di circa l’11%. Questo risultato è stato raggiunto al di là della percentuale dei grassi contenuta nei cibi consumati. Insomma il sale più che il cibo grasso, per il piacere che ci procura, ci spinge a mangiare di più, con tutte le conseguenze e i rischi per la salute che comporta una dieta a base di vivande eccessivamente sapide: obesità, pressione alta e arteriosclerosi.
In un recente articolo vi abbiamo parlato dei chilometri necessari per smaltire le calorie derivanti dal cibo-spazzatura: nel caso specifico delle patatine imbustate che ci forniscono un sovrappiù di calorie inutili, per smaltirle sono necessari ben 10 chilometri! Qui l’articolo completo.
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