I modelli organizzativi dell’attività lavorativa possono sempre essere riveduti per migliorare e quindi rendere più proficuo l’inserimento del lavoratore al suo interno, non soltanto in termini di produttività ma anche di autonomia. In questa ottica va l’Holocrazy (Oocrazia in italiano), una forma di organizzazione lavorativa elaborata dal’informatico Brian Robertson che prevede l’assenza di gerarchie rigide e verticali nell’ambiente di lavoro: le relazioni lavorative si muovono su un piano che non presenta una piramide verticistica, ma orizzontale, dove ognuno può svolgere in piena autonomia e indipendenza il proprio compito. In particolare questo modello dell’organizzazione lavorativa è stato descritto da Olivier Compagne, un francese che lavora negli Stati Uniti: “Immaginate un sistema operativo, come Windows, o Mac Os, oppure Linux: ecco, Holacracy è proprio così. Non prescrive la maniera in cui le cose vanno fatte, si limita a stabilire le regole alla base del gioco: come devono funzionare le relazioni lavorative per far sì che tutti pedalino nella stessa direzione. Chi dice che non ci sia una struttura, che sia pura anarchia, si sbaglia. Si tratta semplicemente di un’architettura diversa“. Certamente alla base vi è una filosofia che valorizza molto la responsabilità del singolo lavoratore. Brian Robertson, che nel 2001 ha fondato la Ternary Software, ed ha pubblicato il libro “Holacracy: The new management system for a rapidly changing world”.
L’Holacracy è molto probabile che diventerà quindi il modello organizzativo di tante altre realtà imprenditotriali. Sarebbe interessante trasporre questo modello organizzativo anche nella pubblica amministrazione, temiamo però che risulterebbe alquanto indigesto per i dipendenti pubblici.
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