E’ scattato un allarme in Germania per quanto riguarda le birre dopo che uno studio ha dimostrato la presenza di un diserbante, il glifosato, nelle birre tedesche. Nello specifico l’allarme è scattato riguardo le 14 marche di birra più note in Germania: Beck’s, Paulaner, Warsteiner, Krombacher, Oettinger, Bitburger, Veltins, Hasseroeder, Radeberger, Erdinger, Augustiner, Franziskaner, König Pilsener e Jever. I livelli di questo contaminante registrato nelle bevande alcoliche sono risultati compresi tra 0,46 e 29,74 microgrammi per litro e nei casi più estremi quasi 300 volte superiori a 0,1 microgrammi, che rappresenta il limite consentito dalla legge per l’acqua potabile mentre non esiste un limite specifico per la birra. Tuttavia il glifosato divide finanche gli esperti in quanto per alcuni potrebbe essere cancerogena mentre per altri non sarebbe pericolosa per la salute. Ad esempio nello scorso marzo l’organismo internazionale Iarc (International Agency for Research on Cancer) ha classificato il glisofato come probabile cancerogeno per l’uomo. Mentre Sophia Guttenberger, dell’istituto di Monaco, che ha condotto la ricerca, così si è espressa a riguardo: “una sostanza, che potrebbe essere cancerogena, non perde nulla né nella birra né nel corpo umano“.Per quanto riguarda una stima del rischio da parte dell’Istituto federale dal punto di vista scientifico questi residui di glisofato nella birra sono “plausibili”, dal momento che è autorizzato come diserbante. Tuttavia “un adulto dovrebbe bere intorno ai mille litri di birra al giorno per assumere una quantità di glifosato preoccupante per la salute“. Non poteva ovviamente mancare la replica da parte dell’Unione dei coltivatori tedeschi (Dbv) che ritiene attribuibile la presenza del glifosato dall’importazione del malto d’orzo. Secondo l’Unione dei birrai tedeschi, lo studio che ha rilevato presenza di glifosato è “non credibile”. per l’unione si tratta di una accusa totalmente assurda e infondata.
Inoltre: “l’accusa che i birrai non controllino sufficientemente le loro materie prime, e sottolinea l’esistenza di un proprio sistema di controllo per il malto d’orzo: Il nostro monitoraggio indica che i valori misurati sono sempre chiaramente al di sotto dei limiti massimi, e in nessun momento sono stati riscontrati superamenti dei limiti massimi permessi per i residui di glifosato“.
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