Tinto Brass nel corso di una mostra a lui dedicata “Uno sguardo libero” nel complesso del Vittoriano, ha rilasciato una intervista in cui ha parlato dei film che l’hanno reso celebre ma che gli hanno procurato anche molti problemi a causa della censura. Il regista nonché maestro dell’erotismo, sembra avere una certa predilezione per le ministre italiane. Se qualche anno fa confessò candidamente che avrebbe voluto Mariastella Gelmini (all’epoca ministro dell’Istruzione) interprete di un suo film, stavolta nell’immaginario del ministro c’è Maria Elena Boschi (ministro dei Rapporti col Parlamento nel Governo Renzi). D’altronde il regista oggi sulla sedia a rotelle, ma che non ha perso la sua lucidità, ha anche sottolineato tutte le difficoltà che ha incontrato in Italia per girare i suoi film: “Sono soddisfatto che finalmente venga portato a conoscenza di un pubblico vasto la mia attività di regista di cinema. Questa mostra fa vedere il mio modo di vedere la realtà in tutte le sue manifestazioni. Ho passato quasi più tempo nei tribunali che dietro la macchina da presa ventisei film su ventisette censurati, tutti tranne La Vacanza, premio della giuria al Lido”. Forse non tutti sanno che Tinto Brass non esordisce come regista di pellicole erotiche. Nel 1964 lavora al film collettivo La mia signora di cui firma due episodi accanto a Luigi Comencini e Mauro Bolognini, poi sarà la volta di Col cuore in gola nel 1967 e de L’urlo. Da ricordare anche Nerosubianco del 1969, Dropout del 1970 e La vacanza del 1971. Il regista inizia a virare verso tematiche a sfondo erotico con Salon Kitty del 1975, Caligola 1979 e soprattutto Action dello stesso anno che riguarda proprio il rapporto tra arte ed erotismo. Il passagio al cinema erotico vero e proprio si ha nel 1983 con la La chiave, protagonista Stefania Sandrelli. Da ricordare ancora Miranda del 1985 con Simona Grandi e Capriccio del 1987 con Francesca Dellera.
Venendo alla produzione più recente ricordiamo L’uomo che guarda (1994) tratto da un romanzo di Alberto Moravia, Fermo posta Tinto Brass (1995), Monella (1998), Tra(sgre)dire 2000 e Senso 45′ con Anna Galiena (2002). Nel 2003 invece a 60 anni computi gira Fallo!. Insomma il regista veneziano ha contribuito a sdoganare un argomento come il sesso considerato per molti anni tabù nel nostro paese.
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