L’anoressia e la bulimia sono i disturbi alimentari più diffusi tra gli adolescenti. Dietro questi comportamenti autodistruttivi e lesionistici vi è indubbiamente una matrice psicologica. Tuttavia stando agli ultimi studi di neuroimaging, è stato osservato come questi disturbi sono caratterizzati anche da piccoli danni neuronali a livello cerebrale, come è possibile osservare dalle risonanze magnetiche a cui vengono sottoposti i pazienti. In questo senso l’Istituto di bioimmagini e fisiologia molecolare del Consiglio nazionale delle ricerche di Catanzaro a Milano in collaborazione in l’Associazione ‘Ippocampo’ di Cosenza, ha sviluppato una sorta di algoritmo in grado di distinguere tra individui sani e individui malati sulla base delle immagini dei loro cervelli. In tal modo è possibile stabilire con ragionevole certezza se una persona ha o meno dei disturbi comportamentali dell’alimentazione (DCA). In tal senso così si è espressa Isabella Castiglioni, fisico dell’Ibfm-Cnr di Milano: “Abbiamo sviluppata un nuovo sistema di diagnosi automatizzata utilizzando un algoritmo di classificazione che riesce a riconoscere, in modo automatico, se il cervello di un individuo appartiene a un soggetto malato o sano, sfruttando i dati di morfologia cerebrale ricavati da una risonanza magnetica del paziente. Lo scopo di questo algoritmo è di massimizzare il contrasto tra gruppi di immagini per individuare quali caratteristiche permettono di distinguere le categorie di soggetti nel modo più evidente possibile“.
In sostanza i ricercatori per validare questo strumento hanno selezionato 17 donne tra i i 18 e i 40 anni affette da una forma moderata di Dca e altrettante donne sane. Nelll’80% dei casi l’algoritmo ha distinto corettamente i soggetti sani da quelli malati. La ricerca è stata pubblicata su Behavioural Neurology.
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