Michele Buoninconti è stato condannato a 30 anni di carcere il 4 novembre scorso per l’omicidio della moglieElena Ceste. I giudici hanno depositato le motivazioni della sentenza. Stando a quanto è stato ricostruito dai magistrati, il vigile del fuoco avrebbe agito con straordinaria freddezza, tuttavia è stato tradito da un errore che ha permesso di dare la svolta alle indagini. Il giorno dell’omicidio Buoninconti ha effettuato delle chiamate al cellulare della moglie nel timore che si fosse smarrito. Ebbene l’analisi delle celle telefoniche ha dimostrato che Buoninconti: “nell’area del ritrovamento del corpo di Elena in un orario compatibile con il successivo sviluppo dei fatti”. Per i giudici il marito avrebbe premeditato e pianificato il delitto già nell’autunno del 2013. Buoninconti sarebbe stato esasperato dalla doppia vita tenuta dalla moglie a sua insaputa. Buoninconti ha poi preso la decisione di uccidere Elena Ceste il 21 gennaio quando occasionalmente ha scorto i messaggi inviati dalla stessa a un amico. Il 22 gennaio, sempre a detta dei giudici, Elena Ceste nel corso di un incontro con un’amica ha palesato tutto il suo disagio per i: “contrastati sentimenti provocati contemporaneamente dal suo desiderio di evasione e dall’amore per la famiglia, identificata soprattutto nei figli”. Riguardo alle modalità con cui la donna è stata uccisa nel documento si legge che: “il mancato rinvenimento di tracce ematiche sulla scena del delitto e sulle auto in uso alla famiglia, oltre all’assenza di veleni e/o farmaci sul parenchima ematico, orientino per un omicidio commesso per strangolamento“. Elena Ceste scomparsa nel gennaio del 2014 fu ritrovata cadavere soltanto 9 mesi dopo ad ottobre in un canale di scolo non distante da Costigliole D’Asti, dove abitava col marito.
L’omicidio per molti mesi ha attirato le cronache dei giornali, ad occuparsi del caso è stata anche la trasmissione televisiva Chi L’ha Visto condotta da Federica Sciarelli. Michele Buoninconti, il marito della Ceste accusato dell’omicidio, è stato arrestato il 29 gennaio del 2015.
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