Le ricerche nell’ambito della genetica hanno avuto senza dubbio il merito di aver aperto scenari neanche ipotizzabili fino a pochi decenni fa. Tuttavia al moltiplicarsi dei traguardi raggiunti dalla scienza moderna, ad esempio nell’ambito della genetica, aumentano anche gli interrogativi sul piano etico riguardo alla ricaduta in termini pratici di certe scoperte. In particolare la Human Fertilisation and Embryology Authority (Hfea) ha dato il via libera a un gruppo di ricercatori riguardo la manipolazione di embrioni a scopi scientifici. La sperimentazione si terrà al Francis Crick Institute di Londra. La legge britannica d’altronde consente le ricerche sugli embrioni, anche modificati, purché non vengano impiantati per dare inizio alla gravidanza. I ricercatori utilizzeranno la tecnica Crispr-Cas9 che permette di esaminare i “geni “difettosi” nel Dna. In pratica potranno modificare geneticamente gli embrioni umani che provengono da cliniche che utilizzano tecniche di fecondazioni in vitro. L’obiettivo dei ricercatori è quindi di comprendere come si forma la vita al fine di trovare nuove tecniche per contrastare le anomalie genetiche. Per identificare le cause che determinano gli aborti spontanei gli scienziati analizzeranno gli embrioni a sette giorni dalla fecondazione. D’altronde attualmente il 50% degli ovociti fecondati non si sviluppa come dovrebbe e questo potrebbe essere dovuto proprio ad alcune anomalie genetiche.
Sapendo quali sono i geni fondamentali per la divisione delle cellule sane potrebbero escludersi dall’impiego nelle tecniche di procreazione medicalmente assistita gli embrioni in cui il Dna presenta dei problemi. Nella fase iniziale del progetto si partirà con 20-30 embrioni.
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