Stando a una ricerca condotta dall’Università di Okford la fibrillazione atriale, ovvero il battito cardiaco irregolare mette maggiormente a rischio le donne rispetto agli uomini, riguardo all’aumento delle probabilità di essere colpiti da infarto e ictus. In pratica gli studiosi ponendo a confronto una serie di ricerche condotte tra il 1966 e il marzo 2015 che hanno preso in considerazione un campione di più 4 milioni di volontari, ed hanno esaminato tutte le cause di mortalità per ictus e infarto. Dal confronto è emerso che il battito cardiaco irregolare è associato al rischio di mortalità del 12% più elevato nelle donne ed inoltre sempre queste ultime corrono un rischio molto maggiore rispetto agli uomini di mortalità cardiovascolare, problemi cardiaci e insufficienza cardiaca. Nello specifico è emerso che donne con fibrillazione atriale rischiano di morire di malattia cardiaca (55% di probabilità in più rispetto agli uomini), scompenso cardiaco (16% di probabilità in più), ictus (50% in più) e altre cause collegabili a questo problema (16% in più). La fibrillazione atriale deriva dalla contrazione irregolare degli atri cardiaci a causa di impulsi elettrici veloci e disorganizzati, il che facilità la possibilità di coaguli che vadano ad occludere le arterie determinando infarti o ictus. I segni premonitori sono fatica, mancanza di respiro e di forze.
Tuttavia le donne con la fibrillazione atriale possono diminuire i rischi che vi sono correlati con un corretto stile di vita, seguendo una alimentazione sana, e svolgendo una regolare attività fisica. Lo studio è stato pubblicato sulla rivista Medical News Today.
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