Gli scenari apocalittici percorsi in tanti filoni dalla fantascienza in quest’epoca già dominata dalle macchine di ogni tipo e a qualsiasi livello, in un domani non troppo lontano potrebbero rappresentare una realtà con cui fare i conti quotidianamente. In particolare di questa nuova rivoluzione industriale robotica ne parlerà domani 21 gennaio a Davos il rapporto economico World Economic Forum secondo cui entro il 2020 andranno persi ben 5 milioni di psoto di lavoro in quanto i lavoratori saranno sostituti da robot e macchine intelligenti. D’altronde già negli anni 30′ il gransde economista statunitense John Maynard Keynes parlava di disoccupazione tecnologica. Nello specifico a Davos si porrà l’accento su come le nanonetcnologie, la stampa 3D, la robotica e la biotecnologia stanno imprimendo un nuovo corso all’economia e più in generale di come quindi la tecnologia stia diventando sempre più pervasiva nel nostro quotidiano. In particolare stando al rapporto “Future Jobs”il settore che risentirà maggiormente dell’avanzata della robotica e dell’intelligenza artificiale è quello amministrativo in quanto molti compiti di routine potranno essere svolti per l’appunto dalle macchine. Un impatto crescente e consistente si avrà anche nell’ambito della telemedicina, nel settore energetico e dei servizi finanziari. Klaus Schwab, fondatore del World Economic Forum ha spiegato come la tecnologia potrebbe determinare una nuova diseguaglianza tra chi detiene il capitale e chi dipende dal lavoro se per l’appunto i lavoratori non aggiorneranno le loro competenze professionali adeguandosi ai tempi: “I principali beneficiari dell’innovazione tendono ad essere i fornitori di capitali fisici e intellettuali come innovatori, azionisti e investitori, il che spiega il divario crescente di ricchezza tra coloro che dipendono dal capitale e coloro che dipendono dal lavoro. La tecnologia è quindi uno dei motivi principali della stagnazione o addirittura del calo dei redditi per la maggioranza della popolazione nei paesi ad alto reddito”,
Ed ancora. “Per evitare lo scenario peggiore, cioè il cambiamento tecnologico accompagnato da carenze di talenti, disoccupazione di massa e crescente disuguaglianza sarà fondamentale la riqualificazione e l’aggiornamento professionale dei lavoratori“.
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