Dal 20 gennaio 2016 è previsto che tutte le società sportive, comprese quelle dilettantistiche, dovranno mettersi in regola con la legge che prevede l’installazione di un defibrillatore in ogni sito che ospiti attività sportiva ad elevato impegno cardiocircolatorio. Inoltre sarà necessario anche disporre di personale adeguatamente formato sia durante le gare che durante le sedute di allenamento. A prevederlo è il Decreto Balduzzi. Tuttavia sono esentate da questo obbligo le attività sportive che prevedono un ridotto impegno cardiovascolare, quali ad esempio biliardo, golf, pesca sportiva di superficie, caccia sportiva, sport di tiro, giochi da tavolo e sport assimilabili. In pratica però sono sorti dei problemi di adeguamento a questa normativa: il decreto Balduzzi varato nel 2013 dava 30 mesi di tempo alle società sportive dilettantistiche per dotarsi di defibrillatori semiautomatici e per formare il personale abilitato al loro uso. I termini scadono il 20 gennaio tuttavia sono ancora poche le società che sono riuscite a mettersi in regola e che quindi dispongono di un defibrillatore in caso di emrgenza. Il Ministro della Salute Beatrice Lorenzin dovrebbe quindi dare una proroga di 6 mesi per consentire a tutte le società sportive di adeguarsi alla nuova normativa. L’entrata in vigore del decreto potrebbe quindi slittare di 6 mesi. D’altronde il defibrillatore è uno strumento salva vita in caso di emergenza per un attacco cardiaco mentre si fa sport.
Basti solo pensare che stando ai dati della Società europea di cardiologia l’incidenza della morte cardiaca improvvisa (Mci) è compresa tra lo 0,36 e l’1,2 per mille abitanti per anno, ma per gli esperti si tratta di un dato sottostimato.