Nel trattamento dell’ictus definito anche infarto del cervello il fattore tempo è fondamentale perché quanto prima si interviene tanto maggiori sono le possibilità di un pieno recupero del paziente. In particolare stando a una ricerca condotta dal Ronald Reagan Ucla Medical Center di Los Angeles sottovalutare i sintomi di questa patologia cerebrale è molto comune, soprattutto tra i giovani al di sotto dei 45 anni. In pratica entro le prime 3 ore questi sono i sintomi relativi all’ictus: intorpidimento, debolezza, difficoltà nel parlare e nel vedere. Dallo studio è risultato che ben il 75% del campione intervistato sotto i 45 anni tende a sottovalutare l’importanza di questi segnali e quindi ritarda la corsa in ospedale. In particolare solo uno su tre ha risposto che in presenza di tale sintomatologia si sarebbe recato al più vicino ospedale, mentre il 73% ha risposto che avrebbe atteso che passassero questi sintomi. Il professor David Liebeskind, autore dello studio, nonché Professore di Neurologia dell’Ucla Medical Center in particolare ha sottolineato quanto sia fondamentale la prevenzione e il tempismo nel trattamento dell’ictus: “Questo è un problema reale. Abbiamo bisogno di educare i giovani sui sintomi dell’ictus e convincerli dell’urgenza della situazione perché i numeri del fenomeno sono in aumento”.
Insomma è necessaria anche una opera di prevenzione e una campagna informativa che coinvolga i giovani e quindi i pazienti under 45 riguardo all’ictus e ai sintomi che l’accompagnano.
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