La mamma di Amy Winehouse ha scritto un libro, “Loving Amy. A mother Story”, in cui racconta molto intimamente la storia di sua figlia. Racconta di Amy che sin da piccolina era un maschiaccio, che amava profondamente la musica prima di essere inghiottita dal buco nero delle sostanze stupefacenti. Parla di Amy descrivendola come metà angelo metà diavolo, ma se per gli altri era una rockstar amata e vittima dei suoi stessi eccessi, per lei era semplicemente la sua figlia, la sua amica, la sua confidente. Parla dell’infanzia difficile di Amy, che da piccolina si tagliava, soffriva di depressione e scriveva diari in cui sembrava soffrisse di manie di persecuzione. Inoltre presume che la figlia soffriva anche della sindrome di Tourette, poiché spesso da bambina urlava in continuazione senza motivo. Nel 2011 Amy Winehouse fu ritrovata morta nel suo letto in circostanze misteriose a 27 anni. Un’età fatale per diverse rockstar, molte delle quali sono decedute a quell’età. Da un punto di vista giornalistico è stato coniato il neologismo “Club 27”, che racchiude appunto tutti i cantanti di successo morti a 27 anni.
Uno di questi è Jimi Hendrix, affogato nel 1970 nel suo vomito dopo aver ingerito un cocktail di alcol e tranquillanti. Poi toccò a Janis Joplin, scomparsa anche lei nel 1970 per un mix di sostanze stupefacenti. Nel 1971 Jim Morrison fu stroncato da un infarto. Nel 1994 Kurt Cobain, leader dei Nirvana, decise di dire addio al mondo con un colpo di fucile in bocca.
