Uno studio pubblicato sulla rivista
Lancet, coordinato dall’ospedale
Sant’Anna di Torino, ha permesso di stabilire che le differenze etniche non condizionano lo sviluppo dei bambini prematuri. Lo studio che ha permesso di redigere delle apposite tabelle corredate degli indicatori internazionali sulla crescita dei prematuri, ha stabilito che i nascituri, a sei mesi di vita hanno tutti le stesse dimensioni, tenendo conto, ovviamente, delle stesse condizioni di nutrizione e assistenza.
Nel progetto coinvolti 8 centri di ricerca internazionali – Fino ad oggi mancava un parametro che stabilisse la crescita post – natale dei bambini nati prematuramente. Grazie a questo studio denominato
“Intergrowth 21st” finanziato dalla Fondazione
Bill e Melissa Gates e dall’
Università di Oxford, il gap oggi è stato colmato. Nel progetto sono stati coinvolti 8 centri di ricerca internazionali: in Italia il coordinamento è stato affidato all’ospedale Sant’Anna della Città della Salute e della Scienza di Torino.
I dettagli della ricerca – La ricerca è stata condotta su dati post-natali di
224 prematuri. In questi gruppi etnici diversi, le differenze di crescita si sono attenuate in condizioni di assistenza e nutrizione ottimali. In particolar modo il progetto si è concentrato sull’utilizzo di latte materno fresco, opportunamente integrato. Nei vari centri che hanno partecipato alla sperimentazione il 90% dei bambini prematuri sono stati allattati al seno dalle proprie mamme.
I parametri scaturiti dalla ricerca saranno utilizzati per seguire la nascita e la crescita dei nati tra le 32 e 26 settimane di gravidanza che costitutiscono l’80% dei nati prematuri. In Italia, considerando lo steso periodo sopra indicato, nascono circa trentamila bambini l’anno (6% del totale); solo in Piemonte 2.350.