E’ quanto emerge da uno studio condotto dai ricercatori dell’Università della California che hanno evidenziato che la capsaicina, una sostanza contenuta proprio nel peperoncino, è in grado di bloccare la segnalazione del dolore. I ricercatori hanno condotto dei test su un gruppo di topi di laboratorio a cui hanno inibito un recettore del dolore chiamato Trpv1. I topi a cui era stata “silenziata” questa segnalazione biochimica del dolore vivevano circa il 14% in più rispetto al campione di controllo. Dallo studio è risultato anche che i roditori dimostravano un metabolismo più efficiente e sviluppavano con minore frequenza patologie tumorali.
L’ipotesi dei ricercatori è che bloccando il recettore del dolore si potrebbe riuscire anche ad aumentare l’aspettativa di vita, perché il dolore non è soltanto la spia che segnala che qualcosa che non va nell’organismo, in quanto danneggia anche cellule e tessuti generando risposte infiammatorie croniche.
Insomma la capsaicina contenuta nel peperoncino, oltre che a rendere i nostri piatti più gustosi, avrebbe anche l’effetto di renderci longevi, a conferma dell’antico adagio che a tavola non si invecchia mai, anzi si allunga la vita. La ricerca è stata pubblicata sulla rivista scientifica Cell.