Ne ha fatta di strada Vasco Rossi, che da quando cantava motivetti scanzonati con una voce adolescenziale quasi irriconoscibile è approdato addirittura sull’enciclopedia Treccani. Eh sì, Vasco Rossi è nella storia perché ha fatto la storia della musica rock. Così la Treccani celebra il Komandante: “Tra i più rappresentativi artisti della musica italiana, ha saputo creare un originale modello di rock influenzato anche dalla canzone d’autore, entrando nell’immaginario collettivo del nostro Paese”. Il suo successo nasce dalla voglia di raccontare storie vere e sanguigne senza filtri, dirette, profonde ma anche romantiche e con un sottile velo di malinconia. Ma per il Blasco non sono sempre state rose e fiori. Gli inizi furono complicati, poiché non volle mai intraprendere una strada facile, quella della commercializzazione. Scandalizzò i benpensanti quando tra la fine degli anni ’70 e l’inizio degli anni ’80 con le sue canzoni toccava temi delicati, come le sostanze stupefacenti ed i primi approcci sessuali adolescenziali. Col tempo la sua popolarità cresce, fino ad arrivare nel 1983 al Festival di Sanremo, dove ci fu il primo atteggiamento da rocker. Si presentò barcollante sul palco (forse ubriaco?), e dopo l’esibizione se ne andò lasciando cadere il microfono a terra che non raccolse. “Vita spericolata”, una delle hit entrate di diritto nella storia della musica italiana, per la cronaca arrivò penultima.
Nell’84 uno degli esami più duri per Vasco: la galera. Il rocker di Zocca fu arrestato per possesso di stupefacenti, un’esperienza rimasta nella mente del cantante. Negli anni 2000 dovette affrontare problemi di salute piuttosto seri, ed in quello stesso periodo diede vita ad una dura polemica con Ligabue, altro rocker italiano di primo piano. Col tempo Vasco ha messo da parte alcol e sostanze stupefacenti, ma sicuramente per festeggiare il suo ingresso nella Treccani un bicchierino di Jack Daniel’s se lo sarà fatto in onore dei vecchi tempi.
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