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Sanità, l’Emilia-Romagna modello da seguire: la regione elimina i tempi d’attesa per gli esami

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Ospedale
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Una delle maggiori criticità del nostro sistema sanitario riguarda i tempi d’attesa per gli esami dei pazienti. La  questione è particolarmente spinosa se si pensa che certi esami diagnostici, ad esempio per accertare una patologia di natura tumorale, vanno effettuati in tempi brevi per permettere al paziente di iniziare quanto prima le cure. Spesso invece i tempi d’attesa negli ospedali pubblici sono biblici. Questa situazione di fatto rende conto di come la realtà e i propositi riamngono molto spesso distanti e soprattutto di come il dettato costituzionale che sancisce la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività è ben lungi dall’essere attuato. In Emilia-Romagna però c’è stata una svolta: i tempi d’attesa per i pazienti sono stati ridotti fino al 90%. In questo senso per le prime visite e gli esami strumentali passa un tempo rispettivamente di 30 e 60 giorni. D’altronde si tratta di uno degli obiettivi che il presidente della Regione, Stefano Bonaccini, assieme all’assessore alla Sanità Sergio Venturi, si erano proposti di realizzare sin dal primo anno di mandato. La Giunta per questo progetto ha destinato 10 milini di risorse. Inoltre per raggiungere questo risultato sono stati  assunti 149 giovani professionisti – 116 medici, 23 infermieri e 10 tecnici sanitari con un contratto a tempo determinato. Così in particolare si è espresso Bonaccini: “Prenotare è un diritto, presentarsi è un dovere. È un fatto di giustizia, sento come reagisce la gente ai dibattiti a cui partecipo. Comunque, dopo nemmeno un anno, sulle liste d’attesa è stato fatto un lavoro intenso che ha dato risultati positivi. Ora bisognerà mantenere queste posizioni e possibilmente migliorare. E magari stabilizzare le assunzioni a tempo determinato. Il nostronon era un racconto per prendere applausi in campagna elettorale“.

 

Insomma il modello del’Emilia-Romagna potrebbe essere preso ad esempio anche da altre regioni italiani perché il diritto alla salute divenga qualcosa di reale e tangibile per tutti i cittadini.

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