Erano quarant’anni che gli scienziati di tutto il mondo inseguivano questo risultato: alla Cornell University sono nati i primi cagnolini in provetta grazie alla fecondazione in vitro. I sette cuccioli, beagle e cokier spaniel, partoriti da un’unica mamma e da 19 embrioni impiantati, godono di ottima salute. Non è stato certo facile per i ricercatori riuscire nell’impresa, ma dopo aver acquisito le necessarie conoscenze gli embrioni sono stati impiantati nell’utero della madre surrogata. Basti solo pensare che la prima bambina concepita con la fecondazione in vitro risale al 1978. La difficoltà maggiore è stata incontrata nel fatto che i cani presentano cicli riproduttivi diversi da ogni mammifero, il che abbassa notevolmente le probabilità di riuscire a fecondare gli ovociti. Questa prima fecondazione canina avvenuta in provetta apre quindi le porte alla possibilità di preservare le specie canine a rischio estinzione.
Inoltre il successo ottenuto, considerando che i cani condividono con l’uomo oltre 350 malattie genetiche e circa due volte in più di geni rispetto a tutte le altre specie animali, possono rappresentare un buon modello per comprendere più a fondo il fondamento genetico delle malattie e quindi anche aiutare a scoprire la cura nel caso delle patologie genetiche rare ad esempio. L’articolo in merito è stato pubblicato sulla rivista scientifica Public Library of Science ONE.
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