Stando alle stime del forum “Un Viaggio di 100 anni nelle neuroscienze” organizzato il 3 dicembre all’Accademia Nazionale dei Lincei di Roma, la depressione ha un costo non indifferente per il nostro sistema sanitario. L’assistenza ai malati sofferenti di depressione in termini di diagnosi e trattamenti farmacologici e psicoterapeutici in media ammonta a 4.062,40 euro all’anno per ogni paziente. Inoltre stando alle stime più recenti la depressione entro il 2020 sarà una delle principali cause di disabilità, seconda solo alle malattie cardiovascolari. Nel complesso l’impatto economico è pari a 4 miliardi di euro. Per quanto riguarda invece i costi sostenuti in Europa si parla di 92 milioni di euro. In particolare stando alla ricerca IDEA (Impact of Depression in the Workplace in Europe Audit), che ha coinvolto oltre 7000 lavoratori europei di età compresa fra i 16 e i 64 anni, il 20% degli intervistati ha ricevuto una diagnosi di depressione, ottenendo in media 36 giornate di congedo dal lavoro. Insomma la depressione non consistendo in qualcosa di oggettivamente misurabile allo stesso modo di una patologia fisica, può sfuggire alla diagnosi e venire confusa magari con disturbi più lievi. In realtà la depressione se non curata può diventare invalidante impedendoci anche le azioni di ogni giorno.
A causa di ciò spesso anche la persona depressa tende a ignorarne i sintomi alimentando un circolo vizioso del tutto controproducente. E’ importante quindi mantenere alta l’attenzione su questa patologia che assume una rilevanza sociale sempre maggiore.
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