La plastica al seno è un intervento che si sta diffondendo sempre di più sia in Italia che nel resto del mondo. Già ragazze giovanissime, appena maggiorenni, vogliono avere un seno più prosperoso di quello donato da madre natura, e sta diventando quasi un intervento di routine. Ma i rischi sono sempre dietro l’angolo. I principali pericoli sono legati al secondo intervento, che può comportare complicazioni impreviste, e difficilmente gestibili soprattutto se il chirurgo non è particolarmente esperto. Quindi non bisogna farsi ingolosire da prezzi bassi e da operazioni low cost. Per questo intervento, chiamato tecnicamente mastoplastica additiva, meglio rivolgersi ad un professionista ben affermato. Altro rischio è la contrattura capsulare, vale a dire l’indurimento del seno, con un’incidenza che va dall’1 al 2%. Può dipendere da infezioni o dalla contaminazione delle capsule con materiale esterno. Per risolvere tale intoppo bisogna rimuovere la protesi ed inserirne un’altra. Altro rischio è che nei primi due mesi dopo l’intervento la protesi si sposti, può dipendere da un eccessivo movimento delle braccia del paziente. Anche in questo caso bisogna operarsi di nuovo e sistemare la protesi.
C’è poi il rischio-rotazione, in questo caso la protesi anatomica (a forma di goccia) può appunto ruotare e cambiare addirittura forma al seno. In questo caso si può risolvere il problema con una manovra volta a sistemare la protesi, oppure tornare nuovamente sotto ai ferri. In alcuni casi c’è anche la rottura della protesi, dovuta ad un incidente d’auto o ad un trauma. In questi casi le aziende provvedono a sostituire la protesi rotta con un’altra oppure a rimborsare l’intervento per il reimpianto.