La curva dell’infelicità comincia a salire irrimediabilmente dall’adolescenza in poi, trovando il suo picco intorno ai 40 anni. E’ quanto emerge da uno studio inglese condotto dall’università di Warwick e pubblicato sul The economic journal. Sono state prese in esame 50.000 persone adulte residenti in Germania, Gran Bretagna e Australia. Secondo quanto affermano gli studiosi la nostra esistenza è un cupo cammino verso l’infelicità, tra studi, ricerca di lavoro, cambiamenti fisici legati al metabolismo e depressioni post partum tra le donne. Ed a 40 anni si raggiunge il massimo dell’infelicità, dovuto probabilmente all’insoddisfazione ed all’insuccesso nella vita privata, sociale, professionale e lavorativa. In effetti i 40 anni possono essere considerati una sorta di giro di boa della nostra vita, quando insomma si gioca a carte scoperte e si fa un resoconto di quello che si è riusciti a combinare. Ed evidentemente molti 40enni non riescono a raggiungere i propri obiettivi. Tuttavia c’è anche l’altra faccia della medaglia: superati i 40 anni si torna a sorridere, la curva dell’infelicità decresce e proporzionalmente cresce quella dell’infelicità.
Da cosa è dovuto? Gli stessi studiosi non sanno dare una risposta precisa, forse dipende dal fatto che passati i 40 anni ci si gode quello che si ha, forti di una serie di esperienze che spingono ad apprezzare ogni singolo istante della nostra vita. Una ricerca che lascia il tempo che trova, anche perché in altri paesi si potrebbero conseguire altri risultati da quello della ricerca in questione.
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