La resistenza dei batteri agli antibiotici è sempre più un fenomeno di portata mondiale che potrebbe rendere letali infezioni che ormai siamo abituati a considerare banali. Tuttavia potrebbe non essere più così. Uno studio pubblicato su Lancet Infectious Diseases ha lanciato l’allarme riguardante un batterio annidato negli allevamenti suini cinesi che ha sviluppato una resistenza alla colistina, uno degli antibiotici di ultima linea usati quando gli altri falliscono. Lo sviluppo di questa resistenza nel paese del Sol Levane deriva proprio dal fatto che i cinesi utilizzano la colistina per favorire la crescita degli animali di allevamento. I ceppi batterici sono diventati resistenti al trattamento antibiotico di ultima generazione per effetto di una mutazione genetica: i ricercatori hanno individuato in batteri intestinali comuni quali E. coli e la Klebsiella pneumoniae, un gene chiamato MCR-1. La caratteristica fondamentale di questo gene è che può essere facilmente condiviso tra i batteri. Per David Patterson e Patrick Harris dell’Università del Queensland che hanno pubblicato un commento sulla rivista scientifica Lancet Infectious Diseases, una possibile soluzione potrebbe essere rappresentata: “dal limitare o interrompere l’impiego della colistina in campo agromonico. Non riuscire a farlo creerebbe un problema di salute pubblica di enormi dimensioni“. Insomma il fenomeno della resistenza di ceppi batterici agli antibiotci a causa dell’uso indiscriminato che ne è stato fatto, è noto da anni, tuttavia le conseguenze potrebbero essere davvero devastanti tanto che Timothy Walsh, ricercatore dell’Universita’ di Cardiff (Regno Unito) e uno degli autori dello studio, ha dichiarato che: “Quando Mrc-1 diventera’ globale, che e’ una questione di ‘quando’ e non di ‘se’, e quando il gene si allineera’ con altri geni resistenti agli antibiotici, che e’ inevitabile, allora avremo molto probabilmente raggiunto l’inizio di un’era post-antibiotica. A quel punto se un paziente sara’ gravemente malato, per esempio per l’e.Coli, allora non ci sara’ praticamente niente da fare“.
Uno dei primi provvedimenti che potrebbe prendere il governo cinese per affrontare il problema è di evitare l’impiego della colistina negli allevamenti.
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