Anche gli squali, formidabili predatori degli oceani, risentono degli sconvolgimenti conseguenti all’inquinamento climatico. Stando infatti a uno studio condotto dall’Università di Adelaide in Australia, la combinazione micidiale dell’aumento delle temperature assieme ai maggiori livelli di anidride carbonica, aumenta il fabbisogno energetico degli squali, il che porta a uno squilibrio metabolico che comporta una perdita della capacità di localizzare le prede con l’olfatto. I riceractori hanno condotto degli esperimenti sugli squali Port Jackson, che prendono il nome proprio dalla baia che frequentano abitualmene nel nord est dell’Australia. In pratica i ricercatori ahnno osservato che in queste condizioni gli squali impiegavano molto più tempo a individuare le loro prede con l’olfatto e che anzi in alcuni casi non ci provavano nemmeno.
La somma di questi effetti ha portato a una diminuzione della crescita degli esemplari. L’effetto dell’inquinamento sugli squali si riflette a catena sulle altre specie comportando il rischio di una alterazione di tutto l’ecosistema marino.
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