Tredici anni fa negli Stati Uniti scomparve Julian Hernandez, un bimbo che allora aveva cinque anni. All’uscita di scuola in Alabama il piccolo fu preso dal padre, che lo rapì e iniziò un lungo peregrinare negli Stati Uniti, dopo aver svuotato il conto in banca, con continui spostamenti e cambi di identità. La madre disperata denunciò la scomparsa del figlio, tappezzò la città di volantini, ma le ricerche della polizia risultarono vane. I genitori di Julian avevano divorziato, ed il piccolo era stato affidato alla madre. Il padre non accettò questa cosa, così decise di rapirlo. La mamma non ha mai smesso di cercarlo in questi tredici anni di inferno, ma senza risultato. I ricordi del piccolo erano ormai annebbiati, e forse aveva completamente dimenticato la mamma. Poi la scoperta per caso. Julian, diventato ormai maggiorenne, decise di iscriversi al college, ma qui sorsero problemi relativi alla previdenza sociale. Dopo un’analisi più approfondita si è scoperto che in realtà Julian era nell’elenco dei bambini scomparsi. Il padre, che nel frattempo si era spostato in Ohio, come raccontano i vicini era una persona tranquilla, che viveva con Julian, la moglie e altri due figli.
Ora l’uomo è accusato di falsa testimonianza e rapimento di minore. Dopo 13 anni la madre ha potuto riabbracciare il suo Julian, ma ha detto che per ora non intende rilasciare interviste per salvaguardare la privacy del figlio, che dovrà superare questo choc anche psicologicamente.
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