Al Parlamento è arrivata oggi 3 novembre 2015 la proposta di legge che prevede rapporti di tipo sessuale per i detenuti. Il primo firmatario è stato Alessandro Zan, deputato e attivista LGBT del Pd. Nello specifico la proposta di legge, che dovrà essere discussa dalla Commissione Giustizia, prevede un incontro fino ad un massimo di 24 ore, in locali che garantiscano la privacy, senza video né telecamere. La proposta di legge relativa “alle relazioni affettive dei carcerati” è finalizzata a garantire una vita sessuale anche a chi è finito dietro le sbarre. Gli incontri possono essere organizzati con le mogli, le fidanzate o semplici conoscenti dei detenuti. Come detto la proposta di legge verrà discussa alla Commissione Giustizia, e per perorare la causa dei detenuti ci saranno proprio due carcerati che, collegati tramite Skype, esporranno le loro motivazioni, dopodiché toccherà ai loro familiari. Tuona però la Lega Nord contro questa proposta di legge. Secondo Nicola Molteni, rappresentante della Lega, il partito di Renzi vuole trasformare le carceri italiane in dei bordelli.
Decisamente contrario alla proposta di legge anche Donato Capece, segretario generale del Sappe (Sindacato autonomo polizia penitenziaria), secondo cui i poliziotti carcerari rischiano di diventare “guardoni di Stato”. Capece invece propone di concedere dei permessi premio ai detenuti che hanno una condotta esemplare dietro le sbarre, per poter esercitare l’affettività fuori dal carcere come meglio credono. Insomma, la battaglia per i diritti dei detenuti è appena iniziata.
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