Il caldo record del 2015 sta continuando a far sentire i suoi effetti negativi, che oltre problemi ai raccolti ha provocato dei danni che hanno causato lo scioglimento di alcuni ghiacciai. In modo particolari è stato rilevato che il ghiaccio dei Forni, nel Parco Nazionale dello Stelvio, si è addirittura spaccato in tre parti. E secondo gli ultimi esami volumetrici, a partire dal 1981, i ghiacciai italiani hanno perso circa 2.000 miliardi di riserve idriche. Dati sempre più allarmanti, gli sconvolgimenti climatici ed i caldi record stanno riducendo sempre di più i ghiacciai italiani, che sono anche la fonte primaria delle riserve di acqua. Purtroppo a peggiorare questa situazione già deficitaria ci si mette anche l’inquinamento atmosferico, che favorisce la fusione e di conseguenza lo scioglimento del ghiaccio. Claudio Smiraglia, dell’Università degli studi di Milano, suona un campanello d’allarme che non va assolutamente sottovalutato: “Un fenomeno preoccupante visto l’importante ruolo dei ghiacciai e della loro intensa fusione nel produrre acqua, soprattutto in estate utile a mitigare i periodi di siccità e cruciale per la produzione di energia idroelettrica, fondamentali anche per il turismo in montagna”.
Legambiente, Greenpeace e Wwf per il momento sottolineano l’importanza del catasto dei ghiacciai italiani per combattere i cambiamenti climatici, ma allo stesso tempo si augurano un intervento tempestivo e deciso da parte della politica.
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