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Vaccini, provvedimenti disciplinari per i medici che li sconsigliano

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Per i medici che sconsigliano la vaccinazione ai propri pazienti il ministro della Salute Beatrice Lorenzin non sta pensando a una ipotesi di radiazione come si è un primo momento scritto su molto giornali. In realtà il mInistero della Salute starebbe meditando qualcosa di meno netto rispetto alla radiazione dall’ordine, in tal senso si parla: “azioni di deterrenza e disciplina etica e professionale nei confronti dei medici e degli operatori infedeli che non raccomandano o sconsigliano la vaccinazione“. Il ministero ha anche precisato che solo l’ordine potrebbe in ogni caso radiare un suo iscritto. Parallelamente alla Camera si discute del progetto di legge sulle vaccinazioni obbligatorie a scuola che viene caldeggiato in particolare dagli assessori regionali alla Sanità. Gli assessori che ieri si sono riuniti in Commissione Salute per discutere sulla proposta del piano nazionale per la prevenzione vaccinale, hanno estremizzato la questione ponendo in ipotesi la possibiltà di non ammettere a scuola i bambini e i ragazzi non vaccinati. La necessità di intervenire con una certa urgenza prende le mosse dai dati sui vaccini: in appena due anni a causa della molta disinformazione che circola sui vaccini i bambini vaccinati sono scesi sotto la soglia del 95% che è quella che garantisce la cosiddetta “immunità di gregge”. Giorgio Conforti, referente per la Rete Vaccini della Federazione italiana dei pediatri, così si è espresso in proposito: “Vaccinare deve essere un obbligo dell’operatore sanitario che, lavorando per il Sistema sanitario nazionale, deve seguire le raccomandazioni internazionali sulle vaccinazioni. Sono d’accordo che il vaccino non sia obbligatorio per i genitori, ma che lo sia per gli operatori sanitari. Un operatore sanitario non può essere contrario alle linee d’azione stabilite da chi lo paga, cioè dal Sistema sanitario nazionale.

 

Ha quindi il dovere e la responsabilità di convincere le famiglie a vaccinare i propri figli“. D’altronde il recente caso della bambina morta a Bologna per la pertosse deve indurre a riflettere.

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